21 NOVEMBRE 2013

Un nuovo polverone sul fronte olivicolo, la Xylella fastidiosa. Batterio che si pone nello xilema della pianta ostruendo i vasi ascendenti.

Ingiallimento delle foglie, disseccamento di porzioni di rami, morte della pianta, queste le cause. La batteriosi avviene a mezzo di una cicalina, portatrice sana del batterio, che nutrendosi mangiucchia la corteccia o il legno tenero in prossimità dei fori lasciati dal rodilegno.

Al’inizio sembrava una catastrofe, la possibile distruzione dell’olivicoltura nazionale, la richiesta di contributi, poi il nulla. Le piante dopo piccoli interventi colturali stanno riprendendo la vegetazione.

La mia considerazione è stata sempre una, conoscendo anche l’areale, la non coltura.

L’abbandono della pianta a se stessa, il solo raccogliere le olive può portare a questo.

In un normale ciclo produttivo il ramo secco o attaccato da rodilegno si taglia, si pota almeno ogni due anni, si eseguono un minimo di operazioni colturali, il nulla porta a questo.

Chiedere anche lo stato di calamità per incuria, mi sembra l’apice della burocratizzazione dell’olivicoltura.

Buone pratiche colturali anche minime renderanno innocuo il batterio, come lo è per la rogna, controllata con pratiche preventive.

Ricordo che in Europa è vietata la somministrazione di antibiotici alle piante.