Campagna 2015/16
- Scritto da Emilio Conti
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Quantità con poca qualità.
Molte olive molite di ottima o buona qualità, pochi i grandi extra.
Tutti parlano, di una ottima campagna, di un olio extra vergine di alta qualità ma la realtà è leggermente difforme.
A fronte di olive di ottima qualità, l'olio da olive prodotto ha risentito di numerosi fattori negativi tra cui:
molitura di olive troppo verdi,
olive con polpa non soda ma molle,
tempi non corretti di raccolta,
moliture disattente,
questo ha creato problemi organolettici anche gravi a fronte di analisi chimiche perfette.
In dettaglio molti oli da olive assaggiati, oltre mille campioni, presentavano vistosi difetti organolettici tra cui in ordine di importanza, secco a legno, avvinato, inacetito, riscaldo.
Quelli esenti presentavano caratteristiche positive sotto tono.
Le analisi chimiche erano perfette sia come acidità, bassissima che come spettrofotometria, mentre gli steroli ed alcuni acidi grassi facevano entrare molti oli da olive nella categoria oli anomali.
La prova sta nei numeri dell'accordo di filiera tra mondo agricolo e confezionatori. La parte agricola tramite le APO e i confezionatori con Federolio ed Assitol avevano stretto un accordo per ritirare 10.000 tonnellate di olio extra vergine di oliva con alti parametri di qualità. Questo quantitativo è poca cosa rispetto al commercio oleario dell'olio extra vergine di oliva italiano, ebbene gli acquisti si sono fermati a sole 2000 tonnellate per mancanza di prodotto.
Dato inquitante. Parliamo meno di qualità ed investiamo di più nella filiera per educarci alla qualità.
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